La tecnica che uso è basata sul colaggio. Più precisamente su una continuazione della tecnica di colaggio tradizionale. Ho liberato questa tecnica dalle regole più restrittive usando gli errori come parte del processo. Le forme vengono costruite da "bave" di porcellana. I miei calchi in gesso sono formati da tanti piccoli pezzi formati e scavati a mano uno a uno. Dopo questo lungo processo posso unirli liberamente. Posso apportare numerose variazioni sulla forma aumentando o diminuendo la distanza tra gli stampi. Questa distanza decide la fuoriuscita del colaggio e la forma. Poi do forma alle sculture dall'interno e dall'esterno allo stesso tempo donandogli qualità tattili differenti: morbide e taglienti.
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CV: 5 Parole che descrivano le tue opere Lightsome, sharp, smooth, growing, surprising.
SZJ: Leggere, taglienti, liscie, in crescita, sorprendenti.
CV: Che aspetto della tua personalità ti è più utile nel tuo lavoro?
SZJ: La pazienza risoluta
CV: Qual'e il tuo pezzo in ceramica preferito?
SZJ: Le tavole inscritte di creta della Mesopotamia dal passato, mi hannop rtegalato la mia prima catarsi ceramica. Mentre dal presente la bellezza di questa scultura di Fukami Sueharu
Fukami Sueharu
CV: Da cosa trai ispirazione?
SZJ: Gli oggetti senza vita mi fanno venire volgia di penderli in mano, cambiarli e riorganizzarli, come Morandi che dava qualità umane a semplici oggetti. La mia idea non era di dare qualità umane agli oggetti ma di spingermi ancora più in la e mostrare il movimento nascosto dietro forme congelate. Voglio dare agli oggetti un respiro di vita. Vorrei essere l'osservatore di sassi che creascono e di minerali che assomigliano a piante, percui li devo fare. Quale altro può essere lo scopo per un artista, se non quello di continuare la creazione. I miei oggetti sono in evoluzione. Sono congelati, minerali che crescono qualcosa vicino ai fiori. Forse non solo materiale ma anche pezzi pieni di vita.
CV: Se potessi scegliere dove vivere/lavorare nel mondo, dove andresti?
SZJ: Ho vissuto in Indonesia per un anno e questa esperienza mi ha fatto rendere conto di regalo sia vivere in Europa Centrale dove l'est incontra l'ovest. L'Est spirituale e l'Ovest materiale mi aiutano a cercare lo spirito di vita nel materiale, la missione del Mezzo. In Europa mi sento a casa, posso allungare e mie mani lavorando in altri luoghi ma poi devo riportare tutto al terriccio. Non sono cosmopolita. Sento un rapporto con la terra dove sono nato. Guardo intorno al mondo e raccolgo cose che mi danno il pepe per la mia vita EuropeaUngherese.
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Simon Zsolt Jozsef has contacted me through Ceramic Vision, and I am very happy because otherwise I would not have had the chance to see his beautiful and poetic work. So do not be shy, this is a place for exchange and learning. I find his technique extremely interesting and his work has the wonderful quality of being different in a world that is somehow becoming homologous. I've ask him to answer the famous questions and to give us some information on his technique. I'll leave you to him...
The technique that I use is based on slip casting. More exactly continuation of the traditional slip casting method. I free this technique strict rules and I use the original mistakes as forming process. Shapes are built up by „porcelain burrs”. My plaster moulds are cut in many pieces than shaped and carved one by one. After this long process I can fit them together freely. I can make several variations of shapes by enlarging or reducing the distance between the mould pieces. This distance determines the escaping slips quantity and form. So I shape the sculptures inside and outside at the same time in two different qualities: smooth and sharp.
CV: Five words that describe your work
SZJ: Lightsome, sharp, smooth, growing, surprising.
CV: What aspect of your personality is more useful in your practice?
SZJ: Purposeful patience.
CV: What is your favourite ceramic piece of all times ?
SZJ: The carved (written) clay tablets of
CV: Where do you get your inspiration from?
SZJ: To see lifeless objects inspires me to lift them up, to change them and organize them. Like Morandi, who gave human qualities for simple objects. My plan was not give human qualities to objects but to step only a little further and show the motion behind the frozen shapes. I just would like to give a lifefull breath to objects. I’d like to be the observer of growing stones and “plantlike“ minerals, so I have to make some. What else could be the purpose of an artist than continuing the creation. My objects are in evolution. They are frozen, growing minerals a bit closer to the flowers. Perhaps not only materials but lifefull pieces as well.
CV: If you could choose where to live/work in the world, where would you go?
SZJ: I have already lived in Indonesia for a year and based on this experience I see it is a gift to live in Central Europe, where East and West meets. The vision of spiritual East and the material West helps me to look for the spirit living in the material, the mission of the Middle. In Europe I feel at home. I could reach so far with my hands and work in other places, but I have to bring everything back to the loam. I am not cosmopolitan. I feel relationship with the land I was born. I look around in the world and I pick up something, which gives me the spices for my European, Hungarian life.
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